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benedetta ignoranza

post interamente copiato dal sito www.sabatoseraonline.it 26 maggio 2009 | 11:53 Bologna, convegno sull'ignoranza informatica Bologna . L'Istituto nazionale di statistica della Norvegia ha quantificato il tempo medio perso ogni settimana da un normale lavoratore che utilizza il PC in circa 3 ore o, più precisamente, in 171 minuti: 38 per aiutare i colleghi in difficoltà, 22 per problemi di stampa e altrettanti in attesa di aiuto, 17 per l'accesso ai sistemi interni, 14 in manovre errate d'accesso ai Data Base, 13 per tentativi impropri di accesso a Internet, 12 e 11 per problemi legati rispettivamente all'uso maldestro dell'e-mail e dei programmi di elaborazione testi, 6 per problemi legati ai virus informatici, 16 per problemi vari. Rapportando i 171 minuti persi ogni settimana al tempo contrattuale e al costo medio del lavoro degli utenti generici di informatica in Italia, si arriva al valore di oltre 17,6 miliardi di euro come costo dell'incompetenza ...
di Antonio Geusa - 25 maggio 2009 Giudicare la politica oggi è un compito particolarmente faticoso. Guardiamo la politica nazionale e ci rendiamo conto che non è particolarmente dissimile da quella locale; da quella che viviamo con un pizzico di partecipazione in più. I motivi di questa partecipazione... scopriteli voi. L'interesse privato al di sopra di tutto. Giornalmente vengono scoperte malefatte che hanno portato nelle tasche di diversi personaggi politici un bel po' dei quattrini che il contribuente versa per ottenere il riconoscimento dei propri diritti, per vedere i servizi, almeno quelli più necessari, avviati e funzionanti, per vivere in una società degna d'essere chiamata tale... Aspetta e spera! L'esaltazione dell'individuo ha prodotto sino ad oggi dei «valori», da tutti conosciuti, come corruzione, furberia, egoismo, imposizione, ecc. I media quotidianamente ne danno conferma. Forse qualcosa sta cambiando e non è sbagliato pensare che questo parti...
I VALORI Molte volte si è detto, sia in tv che per strada, che i giovani non hanno valori. Quante volte lo abbiamo sentito,spesso è una frase fatta che si mette alla fine di ogni discorso sui giovani. È quasi scontato che chi usa questa frase, è una persona un po’ in là con gli anni o magari un giovane che ha trovato la sua strada un lavoro una famiglia e quindi si è “invecchiato” nel senso buono del termine, cioè non ha altro da chiedere o quantomeno si accontenta di quello che ha, che di questi tempi non è poco. Ma se andiamo a vedere da vicino il quotidiano che i ragazzi vivono, forse un po’ l’idea la cambiamo. Intanto, dobbiamo fare un esame di coscienza sul cosa abbiamo fatto per far avere dei valori a dei giovani che si perdono nella jungla del lavoro precario, frustrati a volte di accontentarsi di pochi spiccioli pur di avere la possibilità di imparare un mestiere, con il sogno di poter avviare un attività nel prossimo futuro e quindi guadagnare per il lavoro effettivo...